Angelo Borgonovo è un pittore e mosaicista italiano conosciuto in arte anche come Ben-Novo, neologismo creato in giovane età fondendo i cognomi dei genitori.

Artista poliedrico noto per lo stile artistico connotato da una forte predilezione per l'astrattismo. Centrali nelle sue opere i grandi temi della fede cristiana, filo conduttore di tutta la sua produzione artistica.

INFANZIA

Angelo Erminio Borgonovo, primo di quattro figli, nasce a Seregno il 21 novembre del 1958.

I genitori, la madre un'insegnante elementare di origine emiliana e il padre titolare di una piccola bottega produttrice di sedie e salotti in legno, si stabiliscono a Meda paese natale del padre. Angelo cresce in questa città di artigiani a nord di Milano dimostrando fin dalla tenera età un forte interesse per l'arte e la pittura in particolare dimostrando una decisa sensibilità artistica.

Egli, alternando alla passione per l'arte una profonda fede cattolica e una forte predilezione per lo sport, comincia così gli studi presso la scuola di disegno "Beato Angelico" di Milano, dove si diploma Maestro d'arte con maturità d'arte applicata in pittura e mosaico. Prosegue poi presso l'Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) dove si diplomerà a pieni voti nel 1979.

Durante questi anni Angelo Borgonovo passa molto tempo nello studio di un anziano pittore, il prof. Ernesto Bergagna, che molto probabilmente gli ha trasmesso la passione per la lettura e l'illustrazione dei testi della Bibbia. Da ricordare anche il prof. Angelo Marelli, un grande mosaicista che ha insegnato l'arte del mosaico al Borgonovo. Quella di Marelli era una tecnica molto tradizionale, simile al mosaico bizantino ma realizzata con un linguaggio musivo personalissimo. Frequentando i laboratori di questi due maestri impara la tecnica pittorica nella forma artistica più tradizionale lavorando come allievo nella stesura di fondali e parti secondarie.

GIOVENTù

Nel 1978 ha due incontri con il critico Giovanni Testori durante i quali il Borgonovo mostra una raccolta di numerosi disegni con tematiche sulla vita e l'esistenza. I disegni, in bianco e nero, molto espressionisti, figurativi e astratti, colpiscono il famoso critico che si dice interessato ad organizzare una mostra. Gli impegni e i numerosi viaggi a Parigi del critico non permettono l'attuazione del progetto che però resta un esperienza entusiasmante per il Borgonovo.

Sempre nel 1978 conosce Padre Peter Serracino Jnglott, letterato e filosofo, uomo di grande sensibilità e cultura internazionale. Padre Peter gli parla di alcune idee legate all'arte cristiana contemporanea e alle innovazioni dovute all'apertura di Papa Paolo VI nei confronti del mondo contemporaneo. Borgonovo ne rimane affascinato e con Padre Peter nel 1979 compie un viaggio a Malta dove quest'ultimo ha riunito un gruppo di giovani desiderosi di sperimentare nell' arte, nel teatro e nella musica il pensiero cristiano della Chiesa cattolica. Il periodo passato presso questa piccola comunità laica sperimentale e soprattutto le idee di apertura della Chiesa sono di grande ispirazione per il giovane Borgonovo.

Dopo gli studi, nel 1979, ventunenne, compie un breve viaggio in India, nello Stato del Andhra Pradesh presso il distretto di Warangal, guidato dalla volontà di organizzare una scuola di disegno nel solco della tradizione cristiana. Il viaggio in India porta il Borgonovo a proporre soggetti figurativi legati al tema dell'emarginazione sociale ed esistenziale. Si alternano opere figurative espressioniste a opere di un espressionismo quasi astratto con riferimenti al dramma sociale metropolitano.

Dopo il rientro dall'India, mentre dal 1979 al 1984 è docente di copia dal vero presso l'istituto d'arte "Beato Angelico", nel 1980 progetta e realizza il mosaico "Laudato sie, mi Signore" nell'Aula Magna Oratorio Maschile di Meda. Dopo la realizzazione del mosaico nell'Oratorio viene organizzata una prima mostra delle opere giovanili del pittore con un grande numero di disegni e dipinti. In questo periodo il giovane Borgonovo passa giornate intere nella biblioteca d'arte del Castello Sforzesco di Milano e visita mostre, gallerie d'arte e i musei della città. Durante la notte spesso lavora nello studio di Via Molino 11 a Meda. Lavora in questo periodo alla progettazione dei bozzetti per le vetrate e mosaico per la Chiesa parrocchiale di S.Maria Nascente di Meda ma dopo una iniziale esecuzione di bozzetti e materiale preparatorio il lavoro viene rinviato.

Sempre nel 1980 partecipa alla Seconda Biennale d'Arte della città di La Spezia allestito nel Piazzale Kennedy sotto la direzione artistica di Carlo Occhipinti mentre nel 1982 è assistente nello studio di Emilio Vedova a Venezia, esperienza che costituisce un importante momento di crescita e maturazione artistica per il Borgonovo. Questo periodo vede il proprio culmine nel 1983 con la ricezione della attestato Ambrogino d'oro della città di Milano, onorificenza conferitagli dal critico d'arte Raffaele De Grada e con l'esposizione personale presso il Palazzo del Turismo (ex-Arengario) sempre a Milano in Piazza Duomo nel 1984.

Questi sono gli anni della giovinezza, anni contraddistinti da una prodigiosa produzione artistica caratterizzata da una pittura fortemente materica e straordinariamente moderna, perfetta metafora dell'energia e del fervore del Borgonovo. Angelo inizia inoltre ad eseguire mosaici, vetrate e a partecipare a mostre collettive e personali in tutta l'Italia visitando così città come Messina, Reggio Calabria, Pescara, Diano Marina, Val Malenco e Gandellino.

Comincia in questo periodo a eseguire tele di dimensioni sempre più grandi per poi stabilizzarsi su tele delle dimensioni di 200x150cm. Le tele di queste misure saranno numerosissime ma, complice le vicende degli anni successivi, gran parte di queste opere verranno poi distrutte dall'artista stesso. Rimangono oggi a testimonianza di queste solo foto e negativi fotografici.

La crisi familiare e la morte del padre

Nel 1984 la vita del Borgonovo cambia profondamente. Il padre viene coinvolto in un dissesto finanziario, riesce a tenere aperta l'azienda di famiglia ma tutto cambia radicalmente. Le ristrettezze economiche sono tante, il clima familiare è sempre più teso ed è proprio per via di quest'ultimo, divenuto insostenibile, che nel 1986 Angelo decide di lasciare la famiglia e trasferirsi a Camnago, piccolo paese vicino a Meda, non potendo con il proprio lavoro artistico aiutare i familiari.

In questo periodo il giovane Borgonovo cerca di lavorare dove può, viaggiando quotidianamente tra Lecco, Varese, Milano, Bergamo e il lodigiano, proponendosi di persona agli artisti titolari di laboratori d'arte e alle chiese parrocchiali. Per questi esegue, tra gli altri, progettazioni di bozzetti e sviluppi completi di cartoni preparatori per mosaici e vetrate. Angelo cerca quindi di farsi strada come può, usando il poco che guadagna per pagare l'affitto e la benzina della macchina, tagliando ogni altra spesa e concentrandosi solo sul lavoro. Le difficoltà di questo periodo sono tante e ancor maggiori sono le incertezze, il giovane Borgonovo dimostra in questo frangente una forte tenacia, guidato dalla volontà di vivere del proprio lavoro artistico e proseguire sul sentiero tracciato tra studi e prime esperienze artistiche. Le privazioni e le difficili situazioni lasciano però dei segni indelebili nel Borgonovo.

Anni dopo, ricordando questo periodo, l'artista verrà a dire:

Ogni giorno ero in viaggio, non importava la distanza, cercavo di mantenermi facendo tutti i tipi possibili di lavori artistici. Dove trovavo lavoro del mio settore mi proponevo, altro non so se sarei riuscito a fare.
— Diari Personali, 2022

Nonostante il difficile momento storico proprio di questo periodo è l'esecuzione della spettacolare cripta e della grande vetrata sul portale d'ingresso della Chiesa di San Martino (Gandellino) in provincia di Bergamo. Il lavoro venne proposto al parroco, Don Elio Artifoni, il quale essendo del movimento di Chiara Lubich (i Focolarini), ed essendo appena arrivato nella parrocchia, voleva coinvolgere nelle nuove iniziative parrocchiali i giovani e i ragazzi in difficoltà. Angelo quindi si ritrova con una commessa particolare e come aiutanti dei giovani del posto, spesso ragazzi con dei problemi, che lui cercava di coinvolgere e riavvicinare alla Chiesa. Realizzata tra il 1985 e il 1986 la cripta è una delle opere più seminali del Borgonovo. Il Cristo protagonista di questa rappresentazione è una sintesi della sua arte: uno stile sempre straordinariamente moderno e fresco, in aperta rottura con la tradizione ma mai eccessivo, caratterizzato anzi da un profondo rispetto dei grandi temi della fede cristiana.

1987 - 1991 un ambizioso progetto: i salmi biblici

Terminata la commissione per la chiesa di Gandellino nel 1987 Angelo Borgonovo inizia vari studi sulla Bibbia progettando e iniziando la realizzazione di tutto un ciclo di opere dedicate ai 150 Salmi biblici. Questo progetto vede la realizzazione, tra il 1987-1988, di 150 acquerelli, di dimensioni variabili e a tecnica mista, uno per ciascun salmo studiato, raccolti poi in un'edizione artistica realizzata con un'attenta ricerca teologica del colore.

L'intera produzione è esposta, insieme ad una tela conclusiva di 9 x 1,5 metri, presso il Museo diocesano di Lodi nel 1991 in una grande mostra personale completamente dedicata al tema. Il Lodigiano in particolare si rivela meta sempre più visitata, dove il Borgonovo si reca almeno tre giorni alla settimana, lavorando incessantemente per parrocchie e laboratori.

Degna di nota, sempre di questo periodo, è la mostra personale organizzata nel 1988 con grandi tele di 2 x 1,50 metri e 3,50 metri a Villa Cusani di Carate Brianza, antica villa la cui mostra fu voluta e patrocinata dal Comune della città.

Maturazione artistica

A questo periodo, culminato nel 1989 con la morte del padre, eccessivamente provato dalle difficoltà economiche e dalle tensioni familiari, segue la decisiva maturazione artistica e personale quando nel medesimo anno Angelo si sposa e si trasferisce definitivamente nel lodigiano dove risiede tutt'ora e vive come artista, marito e padre di tre figli.

Questi anni sono caratterizzati da una grande e variegata produzione, che spazia dalla pittura, al mosaico fino alla realizzazione di vetrate. Come ha avuto modo di sottolineare il giornalista Aldo Caserini, analizzando l'arte del Borgonovo, ancora una volta manifesto della sua arte sono le sue tele, continuo tripudio di colore, moderne ma traspiranti il profondo sentire religioso dell'artista. Il carattere adorante che si ricava dalle sue opere è un omaggio religioso alla delicatezza dei grandi temi della Fede cattolica vissuti e fatti propri dall'artista.

Nel 1992 espone presso la galleria d'arte Alba di Ferrara mentre è del 1993 l'esposizione all'Art Show Room di Saporito ad Alba. Nel biennio tra il 1996 e il 1997 progetta e realizza una grande vetrata il portale d'ingresso e una vetrata curva per il fonte battesimale della chiesa S. Cabrini in Codogno.

Sempre affascinato dai grandi temi del cattolicesimo il Borgonovo continua a studiare e trasportarne i contenuti spaziando anche tra differenti forme artistiche. Tra le altre non si possono non menzionare realizzazioni importanti quali le lettere di San Paolo del 1994, la Passione di Cristo realizzata nel biennio 1998-1999 (ripresa, ampliata e rivista per oltre un decennio), il mosaico sulla vita di S. Giovanni Bosco per la parrocchia di Orio Litta nel 1999 e la vetrata sullo Spirito Santo per la chiesa di Domodossola Vidardo sempre del 1999.

Questo periodo è caratterizzato dunque dalle committenze ecclesiali, attività fondamentali dello Studio d'arte a cui parallelamente veniva affiancata l'attività di studio e la ricerca pittorica. Da ricordare infine l'incontro con un collezionista che per un decennio (1991 al 2013) acquista ogni anno un discreto numero di quadri del Borgonovo permettendogli così di poter continuare la ricerca pittorica.

IL NUOVO MILLENNIO

Il nuovo millennio è un momento importante per il Borgonovo che si dedica allo studio dell'Apocalisse di San Giovanni, progettazione che culmina nella realizzazione di una serie di bozzetti preparatori confluiti poi nel 2001 in un trittico di tele rispettivamente di 180x110 cm, 220x250 e 500x250 cm. Quest'ultima è una delle opere che per dimensioni e densità di temi ivi trasposti è tra le più complesse e vissute dell'artista.



Sempre nello stesso periodo, tra il 2000 e il 2001, si colloca inoltre un'altra delle più rappresentative realizzazioni del Borgonovo, opera tra quelle che hanno richiesto più tempo ed energie tra studi preliminari, messa in opera e realizzazione in loco: il mosaico fonte battesimale e sarcofago di Don Ennio Rizzardi nella chiesa di Santa Cabrini in Codogno.

Nel 2005 il Borgonovo realizza due ampie vetrate sui Misteri del Rosario sempre per la Chiesa di Domodossola Vidardo, la medesima chiesa dove qualche anno prima aveva eseguito la vetrata sullo Spirito Santo. In questi anni alle committenze si alternano ampi cicli di studi, su acquerelli e disegni a carbone, di temi astratti-contemplativi, materiale che poi confluisce in una serie di tavole su legno realizzate tra il 2008 e il 2010.

Per quanto riguarda invece mostre espositive e personali particolarmente importante si dimostra il 2010, periodo durante il quale vennero organizzate ben due mostre a lui dedicate. La prima una retrospettiva di 40 opere tra il 1983 e il 2009, che spaziano quindi dal periodo della giovinezza a quello più maturo, una personale realizzata nella sua città natale a Meda e che rappresentò un'occasione unica per ammirare il percorso dell'artista e l'evoluzione della sua arte nel tempo. La seconda invece è una mostra realizzata a Crema "La Natura per rinascere " dal 2 al 17 Ottobre 2010, occasione della quale vennero mostrate due grandi tele di 250x200 e 200x300 cm oltre a tutta una serie di tavole materiche sul fiume Po e il suo paesaggio. Del 2011 è invece la mostra "Il Respiro della Pittura", organizzata presso la Galleria Spazio Museale di Milano, occasione che è sfruttata per esporre le tele dell'ultimo periodo, più materiche e frutto degli studi astratti a temi contemplativi del decennio appena concluso.

Scritti e pubblicazioni

Egli è anche scrittore e gli anni 2000 sono caratterizzati da una raccolta e rielaborazione del proprio lavoro. Tra le varie pubblicazioni si ricorda “Spiritualità dell'Arte nella Passione di Cristo (2007), il volume dal titolo “Note e Riflessioni tra vita e arte (2010), opera di contenuto altamente spirituale, nella quale l'artista esprime le proprie riflessioni. Nel 2011 continua il lavoro artistico sulle riflessioni nella natura spostandosi sul fiume Po. Borgonovo acquista una piccola barca da fiume a motore e inizia a spostarsi tra Pavia, la riva lodigiana del Po e Piacenza. Queste uscite gli permettono di studiare la natura nel ciclo delle stagioni, comporre scritti con meditazioni e fissare i vari stati d'animo. Tutto confluisce infine in un ciclo pittorico che copre un anno intero costituito da circa 80 tavole su cartoncino (realizzate in esterna), seguite da 40 tavole di varie dimensioni realizzate con una pittura molto materica una volta rientrato in Studio. Completano il lavoro quattro grandi tele di circa 300 x 250 cm che l'artista considera il riassunto di tutto il lavoro pittorico e l'esperienza vissuta sul fiume Po.

Nel 2012 viene realizzato il libro "Il silenzio della terra", libro d'arte composto da tavole pittoriche prettamente materiche e su cui l'artista avrà a dire:

Quest’opera e la produzione in esso raccolta riescono nel compito di trasmettere le mie fatiche umane, le lotte spirituali e l’offerta quotidiana sull’esempio del Cristo Eucarestia
— Diari Personali, 2020

IL PRESENTE

Gli anni immediatamente precedenti la Pandemia da Covid-19 scoppiata nel 2020 sono caratterizzati da una nuova ricerca che vede l'artista interrogarsi sull'importanza della tradizione cristiana, soprattutto in un'ottica non di continuità ma di forte contrapposizione tra il moderno e l'attuale.

Contemporaneamente riprende la produzione di opere astratte dal tratto fortemente materico. Vengono qui condensate le emozioni e gli stati d’animo di questi anni particolarmente intensi.

Questo lavoro sfocia in due grandi tele rappresentative del Santo Rosario. Queste si contrappongono quasi come riflesse, rappresentanti il medesimo soggetto ma speculari. Da una parte si ammira uno stile più tradizionale, seppur nel solco del Borgonovo, più attento ad una precisa rappresentazione dei tanti temi contenuti nelle preghiere recitate durante il Rosario (particolarmente degni di nota è l'interpretazione in chiave visiva del Gloria al Padre), mentre nell'altro si ammira una composizione più astratta, quasi trascendentale, meno enciclopedica ma forse per questo più viva e vibrante.

Forse più di qualsiasi opera mai realizzata dall'artista quest'ultimo lavoro rappresenta il perfetto emblema della duplice anima del Borgonovo: pittore moderno e innovativo, capace di nuove forme visive e sempre alla continua ricerca di un segno essenziale e originale ma al contempo cattolico dal profondo sentire religioso, profondo conoscitore dei dogmi della Fede cristiana, sui cui dettami ha basato tutta la sua vita e permeanti tutta la sua produzione artistica.